La bambola e il viaggio nel regno della spazzatura
3 giugno 2012, ormai era un anno che ero fissa sullo scaffale di quel negozio.
Ogni giorno vedevo bambine felici comprare centinaia di bambole, io invece non ricevevo neanche uno sguardo.
Un giorno però cambiò tutto, vidi per la prima volta una bambina correre verso di me, si chiamava Megan, non potevo credere che avesse scelto proprio me.
Ero al settimo cielo, finalmente avevo una casa e un’amica che si prendeva cura di me tutti i giorni. Tutti i sabati mi portava con lei al parco della nostra città, ed è proprio li che a un certo punto successe qualcosa di terribile.
Se ne andò e si dimenticò di me.
Rimasi per diversi giorni li, sperando di vederla ritornare, ma non successe. Un giorno però, un’altra bambina si accorse della mia presenza e mi portò via con lei.
Lo stesso giorno dovette però abbandonarmi, sua madre le proibì di portarmi a casa. Disperata, caddi in un tombino e mi ritrovai a viaggiare per le fognature, incontrando ogni tanto altre bambole come me.
Senza neanche rendermene conto l’acqua mi trasportò fino ad un fiume. Ormai non sono più la bella bambola di una volta. Ogni tanto mentre galleggio incontro dei pesciolini, che mi si avvicinano e cercano di mangiarmi, per poi scappare una volta scoperto che sono di plastica.
Con il passare degli anni, trasportata della corrente, arrivai fino al mare, su una gigantesca isola di plastica. È proprio li che ho realizzato che Megan non mi sarebbe mai più venuta a salvare.
Questo è uno dei tanti esempi possibili di quello che può accadere se un rifiuto non viene smaltito correttamente. Può danneggiare la fauna e la flora e anche noi esseri umani. Come spiegato nel punto 11 dell’Agenda 2030, l’acqua contaminata è dannosa e provoca malattie.
Ogni anno 3 mila tonnellate di plastica finiscono in mare e negli ultimi anni hanno addirittura creato delle isole rilasciando micro e macro plastiche negli oceani. Tutto ciò ha enormi e devastanti ripercussioni.
Storia del gruppo “Le Sfumature del Riciclo” della 1CT del Liceo Giordano Bruno di Torino