Anche i fiumi hanno dei diritti

The Water Code Staff

Non sono solo gli esseri umani ad avere dei diritti. Anche Pachamama, che in lingua Quechua significa “madre natura”, li ha. 

Nel 2008, l’Ecuador è stato il primo paese al mondo a riconoscere diritti specifici alla natura inserendoli nella costituzione. Negli ultimi anni stiamo assistendo a movimenti che ribaltano la prospettiva antropocentrica, per restituire spazio e priorità all’ambiente naturale e ai suoi elementi. 

©Wikipedia

“Io sono il fiume. Il fiume sono io” 

Nel 2017, in Nuova Zelanda, il fiume Whanganui ha ottenuto il riconoscimento di personalità giuridica.  

È il primo fiume del pianeta a cui sono stati attribuiti gli stessi diritti di una persona giuridica.  
Attraverso la voce di due rappresentanti, oggi questo fondamentale corso d’acqua può godere di una soggettività indipendente e agire legalmente a sua difesa.  

Il fiume Whanganui, sacro per i Maori, corre per 290 chilometri prima di sfociare nel Mar di Tasmania ed è una delle principali risorse naturale del paese. 

Il popolo Maori ha lottato per oltre 160 per riuscire a proteggere legalmente questo fiume. 

Nella cultura Maori la stretta connessione tra l’uomo e l’acqua è una consapevolezza diffusa, espressa in modo cristallino in queste parole: “Io sono il fiume. Il fiume sono io”. 

©@borealriveradventures

Il Magpie River in Quebec, Canada 

Dopo la Nuova Zelanda anche il governo del Canada, nel 2021, ha attribuito una forma di personalità giuridica al fiume Magpie, chiamato Mutuhekau Shipu dagli indigeni Innu, riconoscendogli nove diritti fondamentali, tra cui il diritto di scorrere, di mantenere la sua biodiversità e il diritto di intraprendere azioni legali. 

Anche in questo caso, il fiume Magpie può contare su guardiani eletti dalla municipalità regionale e da membri della comunità Innu, che hanno il dovere di agire nell’interesse del fiume. 

“Abbiamo sempre saputo che il fiume è vivo. I nostri antenati ce l’hanno sempre detto”. 

Ha commentato l’attivista Innu Rita Mestokosho “Il fiume è come il sangue che scorre nelle nostre vene. Se il fiume è malato, anche noi siamo malati. Ecco perché dobbiamo proteggerlo.” 

Tenere saldo il legame con la natura: il ruolo delle popolazioni indigene 

Spesso sono proprio le popolazioni indigene a lottare strenuamente per la difesa dell’ambiente, proprio in nome di una forte connessione con esso. 

Per il filosofo britannico Roman Krznaric, grazie a questo senso di appartenenza, le popolazioni native, come quella dei Maori, riescono a mantenere viva una visione a lungo termine, prendendo decisioni che includono il reale benessere dell’umanità e delle generazioni future.   

Di contro, la cultura occidentale, che segue la rotta dominante del progresso ad ogni costo, si muove nel breve determinismo e nella continua ricerca della gratificazione immediata, operando scelte che non vanno oltre qualche manciata di anni. 

Nel suo libro “Come essere dei buoni antenati”, Krznaric attribuisce all’essere umano due tipi di cervello: “Il cervello marshmallow” che corrisponde a quelle facoltà mentali legate alla visione a breve termine e il “cervello ghianda”, capace invece di maturare una visione ponderata a lungo termine.  

Per Krznaric tornare a sviluppare il “cervello ghianda” è la chiave per affrontare la sfida del cambiamento climatico; ristabilire la connessione profonda con la natura è un modo efficace per farlo. 

Ecco perché riconoscere la personalità giuridica agli elementi naturali, come ai fiumi, ad esempio è un passo avanti fondamentale. Supera la visione a breve termine e antropocentrica dello sfruttamento delle risorse naturali a favore di un equilibrio vitale per tutti.  

Proteggere i fiumi significa anche tutelare le generazioni che verranno

©Wikipedia

Com’è messa l’Europa? 

L’Europa fatica a trovare lo spazio legislativo per seguire le orme di Ecuador, Bolivia, nuova Zelanda, Canda e altri.  

In Francia un gruppo di attivisti sta lavorando per riconoscere al fiume Loira lo status di persona giuridica, mentre nel 2018 la cittadina britannica di Frome ha tentato di perseguire lo stesso obiettivo per l’omonimo fiume che la attraversa, ma la legge è stata bocciata. 

Anche recentemente però sono state approvate nuove importanti leggi finalizzate alla protezione degli ambienti naturali e delle loro risorse, corsi d’acqua compresi. 

Nel quadro dell’azione di tutela della biodiversità, a febbraio 2024, il Parlamento europeo ha siglato un accordo per il ripristino della natura, con l’obiettivo di contrastare il deterioramento degli ambienti.  

In particolare, tutti gli stati dell’UE si sono impegnati al ripristino: 

 – del 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 

– di almeno il 30% degli habitat terrestri, costieri, marini e d’acqua dolce in cattive condizioni entro il 2030 

– del 60 % degli habitat in cattive condizioni entro il 2040 e del 90% entro il 2050  

Contemporaneamente, è stato condiviso l’obiettivo di piantare nel territorio dell’UE 3 miliardi di alberi entro il 2030. 

©journeytoegypt

La dichiarazione universale dei diritti dei fiumi 

Tornando ai fiumi e al movimento per riconoscerne la personalità giuridica, esiste una dichiarazione universale dei diritti dei fiumi che può essere sottoscritta e diffusa. Ad oggi la dichiarazione è stata firmata da oltre 100 organizzazioni in oltre 20 paesi. 

Riportiamo di seguito la traduzione integrale pubblicata sul sito contrattodifiume.it  

PREAMBOLO 

RICONOSCENDO 

che i fiumi sono essenziali per tutti gli esseri viventi, dando supporto ad una meravigliosa diversità di specie ed ecosistemi, alimentando con abbondanza d’acqua le zone umide e altri habitat acquatici, fornendo nutrienti vivificanti agli estuari costieri e agli oceani, trasportando sedimenti ai delta dei fiumi brulicanti di vita, e svolgendo altre funzioni ecologiche essenziali, 

CONSAPEVOLI 

che i fiumi svolgono anche un ruolo vitale nel funzionamento del ciclo idrologico della Terra e che la vitalità dei fiumi, per svolgere questo ruolo, dipende da numerosi fattori, tra cui la conservazione dell’integrità dei bacini idrografici, delle pianure alluvionali e delle zone umide

RICONOSCENDO 

l’assoluta dipendenza delle persone dai fiumi e dai sistemi a base d’acqua, che supportano la vita umana, fornendoci acqua pulita e abbondante, per bere e per i servizi igienici, terreno fertile, fonti di cibo per miliardi di persone, fornendo risorse per le attività ricreative, per gli usi culturali e per il nutrimento dello spirito umano, come hanno fatto dall’inizio della civiltà umana, 

ALLARMATI 

per il significativo inquinamento dei fiumi in tutto il mondo cagionato dall’uomo, inquinamento che 

comprende la materia organica delle acque di dilavamento e delle acque reflue, i rifiuti di plastica, i patogeni e i nutrienti dall’agricoltura e i contaminanti dall’industria, oltre a molte altre forme e fonti di inquinamento, con conseguente degrado della qualità dell’acqua e della biodiversità, nonché ampi impatti negativi sulla salute umana, 

PREOCCUPATI 

per le significative riduzioni dei flussi nei fiumi di tutto il mondo cagionate dalle eccessive deviazioni delle vie navigabili e dai prelievi di acque sotterranee, con molti corsi d’acqua che ora si stanno esaurendo completamente, nonostante la comunità scientifica concordi sul fatto che flussi adeguati sono 

fondamentali per la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali e servono come linfa vitale dei corsi d’acqua e degli ecosistemi ripariali, 

INOLTRE 

preoccupati per gli stravolgimenti morfologici su vasta scala perpetrati sui fiumi dagli uomini attraverso dighe e altre infrastrutture, che includono la costruzione di oltre 57.000 grandi dighe in tutto il mondo con impatti su oltre due terzi di tutti i fiumi, con conseguente frammentazione degli habitat, riduzione della biodiversità, mettendo in pericolo le popolazioni ittiche, esacerbando i fenomeni legati al surriscaldamento globale e sottraendo sedimenti e sostanze nutritive fondamentali per la salute dell’ecosistema fluviale, 

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DEI FIUMI 

RILEVANDO 

che le leggi nazionali e internazionali relative ai corsi d’acqua sono ampiamente inadeguate a proteggere la salute integrale dei fiumi e pure dei bacini fluviali, e che queste leggi non riescono nemmeno ad assicurare 

le generazioni di esseri umani del presente e del futuro e nemmeno gli esseri viventi di altre specie, così come gli ecosistemi, con adeguate dotazioni di acqua pulita per i bisogni primari, 

CONSAPEVOLI 

che tutte le persone, comprese le comunità indigene e altre comunità locali di tutte le fedi spirituali, hanno a lungo sostenuto attraverso le loro tradizioni, religioni, costumi e leggi che la natura (spesso chiamata “Madre Terra”) è un’entità portatrice di diritti e che fiumi in particolare sono entità sacre che possiedono i propri diritti fondamentali, 

CONVENENDO 

che il degrado e lo sfruttamento dei fiumi non sono solo una questione ambientale, ma anche una 

preoccupazione per i diritti delle popolazioni indigene e di altre comunità locali, poiché la distruzione dei fiumi minaccia l’esistenza stessa e lo stile di vita di coloro che si affidano ai sistemi fluviali per il loro benessere, 

GUIDATI 

dal numero crescente di governi che, in tutto il mondo, cercano di invertire la tendenza al degrado 

ambientale globale, riconoscendo e rispettando i diritti intrinseci della natura, anche attraverso 

provvedimenti giuridici come: un emendamento costituzionale in Ecuador (1), due leggi nazionali nello Stato Plurinazionale della Bolivia (2) e Uganda (3), numerosi emendamenti costituzionali statali in Messico (4) e dozzine di ordinanze sui diritti della natura negli Stati Uniti (5) e in Brasile (6), 

INOLTRE GUIDATI 

dal crescente riconoscimento giuridico dei diritti intrinseci dei fiumi, anche attraverso: un trattato della Nuova Zelanda, che riconosce il fiume Whanganui (o “Te Awa Tupua”) come “un’entità vivente e indivisibile” e “una persona giuridica”, nominando dei tutori a rappresentare gli interessi del fiume (7); una 

decisione della Corte costituzionale della Colombia che stabilisce che il bacino del fiume Atrato possiede diritti di “protezione, conservazione, manutenzione e riqualificazione” e altre sentenze di tribunali in tutta la Colombia che stabiliscono i diritti dei fiumi e dei bacini fluviali (8); diverse risoluzioni approvate dai nativi 

americani, inclusa una risoluzione del Consiglio generale Nez Perce che riconosce i diritti del fiume Snake di esistere, prosperare, evolversi, scorrere, rigenerarsi e riqualificarsi (9), e una risoluzione della tribù Yurok che riconosce i diritti del fiume Klamath di esistere, prosperare, evolvere naturalmente, senza inquinanti e contaminazioni (10); una sentenza dell’Alta Corte del Bangladesh che stabilisce che tutti i fiumi hanno diritti giuridici (11); e una sentenza della Corte provinciale ecuadoriana che prescrive il riconoscimento dei diritti costituzionali del fiume Vilcabamba e ne chiede la rigenerazione e la riqualificazione (12), 

CONVINTI 

che il riconoscimento dei diritti della natura, e in particolare il riconoscimento dei diritti fluviali contenuti in questa Dichiarazione, favorirà la creazione di un nuovo paradigma legale e sociale basato sul vivere in armonia con la natura e sul rispetto sia dei diritti della natura, sia dei diritti umani, in particolare con riferimento ai bisogni urgenti delle comunità indigene e degli ecosistemi che essi hanno protetto da tempo. 

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DEI FIUMI 

1 – Dichiara che a TUTTI I FIUMI vanno riconosciuti I DIRITTI FONDAMENTALI enunciati in questa Dichiarazione, diritti che derivano dalla loro stessa esistenza sul nostro pianeta che insieme abitiamo. 

2 – Dichiara inoltre che tutti i fiumi sono ENTITA’ VIVENTI che possiedono una personalità giuridica in qualunque tribunale. 

3 – Stabilisce che tutti i fiumi possiedano, almeno, i seguenti DIRITTI FONDAMENTALI: 

IL DIRITTO DI SCORRERE (13), 

IL DIRITTO DI SVOLGERE FUNZIONI ESSENZIALI ALL’INTERNO DEL PROPRIO ECOSISTEMA (14), 

IL DIRITTO DI ESSERE LIBERO DALL’INQUINAMENTO, 

IL DIRITTO DI ALIMENTARSI ED ESSERE ALIMENTATI DA ACQUIFERI SOSTENIBILI, 

IL DIRITTO ALLA BIODIVERSITÀ ORIGINARIA E 

IL DIRITTO ALLA RIGENERAZIONE E ALLA RIQUALIFICAZIONE; 

4 – Stabilisce inoltre che questi diritti sono intesi non solo per garantire la salute dei fiumi, ma anche LA SALUTE DEI BACINI IDROGRAFICI E FLUVIALI dei quali i fiumi fanno parte, nonché la salute di tutti gli ecosistemi e degli esseri naturali, che possiedono tutti, come minimo, i diritti fondamentali di esistere, prosperare ed evolversi; 

5 – Sostiene che, al fine di garantire la piena attuazione e applicazione di questi diritti, ogni fiume avrà il diritto alla nomina incondizionata di uno o più tutori legali, che agiscano esclusivamente PER NOME DEI DIRITTI DEL FIUME e che possano rappresentare il fiume in qualsiasi procedimento giuridico o, prima che qualsiasi ente governativo sia autorizzato a intervenire, che ci sia almeno un tutore legale, che è un RAPPRESENTANTE INDIGENO, per quei fiumi da cui le comunità indigene dipendono tradizionalmente; 

6 – Determina che i fiumi ottengano le LORO MIGLIORI TUTELE, come determinate dai loro tutori legali, 

valutate e prese in considerazione sia dal governo, sia da enti privati, in tutte le azioni o decisioni che riguardano tali fiumi; 

7 – Decreta che tutti gli Stati debbano attuare pienamente questi diritti entro un ragionevole lasso di 

tempo, anche sviluppando e agendo su UNA VALUTAZIONE INTEGRATA della salute dei bacini idrografici secondo le più recenti acquisizioni scientifiche e in collaborazione con tutte le parti interessate; 

8 – Esorta vivamente tutti i governi a garantire meccanismi finanziari rapidi e adeguati per realizzare questi DIRITTI FONDAMENTALI DEI FIUMI, compreso il diritto di tutti i fiumi alla rigenerazione; 

9 – Incita i governi a dar corso allo smantellamento di tutte le dighe e di altre infrastrutture distruttive prive di un convincente scopo sociale ed ecologico. Gli interventi che influenzano negativamente i sistemi fluviali devono essere effettuati, solo per raggiungere uno scopo sociale ed ecologico convincente, che non può essere raggiunto diversamente con altri mezzi ragionevoli, e con il COMPLETO CONSENSO LIBERO, PRIORITARIO E INFORMATO DELLE COMUNITÀ INDIGENE E DELLE COMUNITÀ COLPITE, comprese le DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DEI FIUMI comunità emarginate, e utilizzando le migliori tecnologie disponibili, per preservare la salute dell’ecosistema. A lungo termine, la società dovrà trovare alternative alle dighe, alternative che presuppongono corsi d’acqua liberi da ostacoli e una progressiva evoluzione verso un mondo senza dighe, in un modo rispettoso dei diritti di quelle comunità umane e non umane che si sono adattate alle condizioni preesistenti. 

Note 

 (1) Republic of Ecuador, Constitution of 2008, Arts. 10, 71, 72, 73, and 74. 

(2) Bolivia, Law of the Rights of Mother Earth, Law 071 (2010); Bolivia, Framework Law of Mother Earth 

and Integral Development for Living Well, Law 300 (2012). 

(3) Uganda, National Environmental Act (2019). 

(4) Constitución Política del Estado Libre y Soberano de Guerrero (2016); Constitución Política de la 

Ciudad de México (2017); Constitución Política del Estado Libre y Soberano de Colima (2019). 

(5) See e.g. Ordinance No. 612 of 2006, Tamaqua Borough, Schuylkill County, Pennsylvania (2006); 

Ordinance of the City Council of Santa Monica Establishing Sustainability Rights § 4.75.040(b) 

(2013. 

(6) See e.g. Amendment to the Organic Law 7/2018 of 16/05/2018, São Paulo City Council (2018); 

Amendment to Organic Law No. 03, of 5 January 2018, Paudalho City Council (2018). 

(7) Te Awa Tupua (Whanganui River Claims Settlement) Bill (2017). 

(8) Acción de tutela interpuesta por el Centro de Estudios para la Justicia Social “Tierra Digna” contra la 

Presidencia de la República y otros, República de Colombia, Corte Constitucional, Expediente T5.016.242 (Nov. 10, 2016). See also the Plata River (2019, Colombian Municipal Civil Court of La 

Plata); three rivers in Tolima including the Coello, Combeima, and Cocora (2019, Administrative 

Tribunal Court of Tolima); the Cauca River Basin (2019, Superior Court of Medellín); the Pance River 

Basin (2019, Third Court of Enforcement of Sentences and Security Measures of Cali); and the River 

Otún (2019, Fourth Penal Enforcement Court of Pereira). 

(9) Nez Perce General Council, SPGC20-02, Resolution Establishing the Rights of the Snake River (June 

18-20, 2020). 

(10) Yurok Tribal Council, Resolution Establishing the Rights of the Klamath River (May 9, 2019). 

(11) High Court of Bangladesh (2019) (establishing the Turag River as a living being and legal person, 

then extending this legal status to all rivers). 

(12) Provincial Court of Justice of Loja, Sentence No. 11121-2011-0010 (March 30, 2011). 

(13) Flows must, at minimum, follow natural flow patterns and be sufficient in quantity to maintain the 

ecosystem health of the entire river system. 

(14) These include maintaining horizontal and longitudinal connectivity, flooding, moving and 

depositing sediment, recharging groundwater, providing adequate habitat for native flora and 

fauna, and other essential functions.  

Bibliografia dell’articolo 

https://www.lifegate.it/roman-krznaric

https://www.contrattodifiume.it/

https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20240223STO18042/ripristino-della-natura-maggior-tutela-per-gli-habitat-naturali-nell-ue

https://www.nationalgeographic.com/travel/article/these-rivers-are-now-considered-people-what-does-that-mean-for-travelers

https://www.bbc.com/travel/article/20200319-the-new-zealand-river-that-became-a-legal-person

https://www.rightsofrivers.org/

https://theconversation.com/rights-for-nature-how-granting-a-river-personhood-could-help-protect-it-157117

https://www.weforum.org/agenda/2020/05/nature-legal-personhood/

 

Estella Beltramelli, Ufficio Stampa Annulliamo la Distanza ODV

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