Umbria – A proposito di acque minerali

Istituto omnicomprensivo Rosselli – Rasetti, Castiglione del Lago

Il consumo di acqua “minerale” è diventato una vera e propria emergenza in Italia generata da un vero e proprio business, unico in Europa.

In Umbria sono presenti 17 sorgenti1 di acque minerali utilizzate ai fini dell’imbottigliamento, da 10 ditte concessionarie (vedi).

La maggior parte delle sorgenti di acque minerali di caratteristiche oligominerali sono ubicate negli acquiferi carbonatici della dorsale appenninica, nei comuni di Scheggia-Pascelupo (Motette, Fonte S. Chiara), Gualdo Tadino (Rocchetta), Nocera Umbra (Angelica e Flaminia), Foligno (Sassovivo), Sellano (Fonte Tullia), Cerreto di Spoleto (Viva e Misia), Gubbio (Rugiada).
A ridosso dei massicci carbonatici dei Monti Martani, oltre alle altre fonti di acqua oligominerale quali l’Amerino, la Fabia e la Fonte Aura in comune di Acquasparta troviamo le acque medio-minerali effervescenti naturali nei comuni di Massa Martana (Sanfaustino), San Gemini (Sangemini) e Acquasparta (Grazia sorgenti di Acquasparta).

Completa il quadro delle acque oligominerali la Sorgente Tione ubicata nei complessi vulcanici del comune di Orvieto.

Il prelievo complessivo2 annuale è di circa 1,2 miliardi di metri cubi l’anno (vedi).

L’Umbria detiene un primato tra le regioni italiane nel 2022 per il ricorso all’ acqua minerale: il 91,4% delle persone di oltre 11 anni ne consuma almeno mezzo litro al giorno contro la media dell’83,7% nel Centro Italia e l’82,2% della media nazionale3.

1) https://www.regione.umbria.it/ambiente/acque-imbottigliate-e-acque-termali

2) https://www.istat.it/it/files/2023/03/GMA-21marzo2023.pdf

3) https://webstat.regione.umbria.it/statistiche-sullacqua-anni-2020-2022/#:~:text=Nel%202022%20l’Umbria%20mantiene,%2C2%25%20dell’Italia.

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